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Cosmogonia Mediterranea, Museo delle Trame Mediterranee

Fondazione Orestiadi, Gibellina, Trapsni, 2017

L’installazione luminosa di Domenico Pellegrino, ricca di decori barocchi inseriti in una figura che richiama la Sicilia, è nata come struttura acquatica immaginata dall’artista per raccontare una vera e propria "visione sottosopra" del Mediterraneo. 

L’opera prima di ritornare a Lampedusa, l’istallazione tocca altri lidi per ricaricarsi tramite i luoghi e le persone che virtualmente incontra: è successo per la Biennale Arcipelago Mediterraneo al porticciolo di Sant’Erasmo (amplificata in un vero arcipelago galleggiante e illuminato al tramonto), e al Baglio di Stefano della Fondazione Orestiadi di Gibellina. 


«L’ho pensata per Lampedusa perché andando in quest’isola ho fatto un viaggio al contrario – spiega Domenico Pellegrino - Ho percorso la rotta dei viaggiatori, ma anche degli immigrati dal mare. Ho pensato a una luce da raggiungere, ma ad una luce che non ha una forma ben precisa. È una via di salvezza nel buio totale della navigazione. Ho come immaginato chi non è riuscito ad arrivare a questa luce, ma se l’è portata dietro. È come se fosse rimasta nella retina dell’occhio l’ultima immagine: la luce della mia terra, la luce della Sicilia».


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